Buona Pasqua

Nel Augurare a Tutti di passare una Buona Pasqua ho riportato due righe sull’importanza di dire di no…

IMPARIAMO A DIRE DI NO

Quando siamo piccoli veniamo incoraggiati a compiacere gli altri, genitori, insegnanti, educatori ecc. e di rado veniamo altrettanto invitati a rispettare i nostri desideri e le nostre esigenze. Anzi, in alcune famiglie, il pensare a se stessi è considerato un atto di puro egoismo, qualcosa di cui vergognarsi, indegno di una persona ‘ come si deve’.
Crescendo impariamo cosi a nascondere le nostre esigenze e a dar apertamente la precedenza a quelle altrui. Quando ci accorgiamo di dedicare poco tempo a noi stessi e troppo agli altri, e decidiamo di prendere del tempo per noi ci sentiamo in colpa, e lo consideriamo tempo ‘indebito’ sottratto a persone o situazioni che reputiamo importanti. I nostri figli, i nostri genitori, il nostro lavoro, ecc.
Eppur il tempo per noi stessi è sacro e dovrebbe venire prima di qualsiasi altro poiché ci rigenera e ci rinnova.
Come possiamo prenderci cura di noi stessi, riposare, passeggiare o dedicarci ai nostri hobby se dobbiamo aiutare i figli a fare i compiti, passare da nostra madre per vedere se ha preso le medicine, fare la spesa, pulire e riordinare casa, stirare, preparare da mangiare, fare quella telefonata importantissima, lavare il cane o potare le piante?
Di fronte a questi pensieri, i nostri desideri e le nostre esigenze passano in secondo ordine, in attesa di tempi migliori, dopo qualche tempo riemergono, ma vengono investiti da un'altra interminabile lista di impegni, quindi si ritirano nuovamente, questa volta per un periodo più lungo, poi fanno ancora qualche tentativo, ma, vedendo con tristezza che più l’età avanza più gli impegni aumentano, si lasciano morire dentro di noi in silenzio, senza che nessuno se ne accorga, se non dopo molti anni.
Non c’è da stupirsi quindi se a un certo punto ci ritroviamo a vivere una vita arida, un giorno uguale all’altro, con una rabbia dentro che non capiamo da dove provenga, con una stanchezza apparentemente immotivata, uno stato di affaticamento cronico che divora la nostra voglia di vivere. Se questi sono i nostri sintomi, possiamo star certi che abbiamo dimenticato di vivere come avremmo voluto!
L’atto più altruistico che possiamo fare è amarci più che possiamo ed essere il meglio che riusciamo ad essere. Solo cosi potremo aiutare davvero chi ci sta vicino a fare altrettanto. Eppure è cosi frequente vedere persone che si annullano in nome della felicità degli altri credendo di compiere un gran gesto di amore, genitori che vivono peri figli, figli che sacrificano la loro vita per i genitori, mogli che vivono nell’ombra dei mariti ecc.
Ricordiamo che possiamo donare agli altri solo ciò che abbiamo, non possiamo offrire loro qualcosa che neghiamo a noi stessi. Se siamo insoddisfatti difficilmente potremo aiutare un’altra persona ad essere felice. Se non ci amiamo abbastanza, non riusciremo a far si che qualcun altro ci ami. Se non ci rispettiamo, non potremo pretendere di essere rispettati. Non esiste vero altruismo senza amore e rispetto verso se stessi. Chi non si ama non può amare veramente. 
Vivere rispettando le nostre esigenze ci rende soddisfatti di noi stessi, scarica lo stress, migliora l’umore e i nostri rapporti interpersonali. 
Chi dà costantemente la precedenza agli altri, sacrificando i propri desideri e i propri bisogni, finisce con lo sviluppare rabbia, anche se spesso inconscia, proprio nei confronti delle persone verso le quali ci si dà più da fare. Se schiacciamo noi stessi per dare spazio agli altri, alla fine li odieremo, che si tratti dei nostri genitori, dei nostri figli o del nostro partner. In più tenderemo a sentirci usati e sfruttati, e a credere che gli atri si approfittino di noi, senza renderci conto che , in realtà, siamo noi a permetterlo!
Possiamo imparare a dire di no riconoscendolo come un atto di amore, non di egoismo. Capire quando dire di no, è fondamentale per mantenere un equilibrio sano in noi stessi e nelle nostre relazioni. Se diciamo di si, quando in realtà vorremmo dire il contrario, se diciamo che ci fa piacere uscire quando invece vorremo restare a casa, che non è un problema fermarci a fare gli straordinari sul lavoro quando invece lo è, che non ci disturba nostra madre o nostra suocera se telefona sette volte al giorno mentre invece ci disturba moltissimo, che possiamo fare anche quell’ennesima commissione che in realtà ci pesa, oltre a sviluppare rabbia verso noi stessi e verso gli altri, potremo anche rischiare di ammalarci. 
A volte la malattia, risolve brillantemente questo tipo di problema, basta un “purtroppo non sto bene”; e soffiamo via delicatamente tutti gli impegni presi senza offendere nessuno e senza sentirci in colpa, ma a che prezzo! Ci sono persone che per liberarsi dei loro mille sì, creano del proprio corpo, anche se inconsciamente, pesanti disagi e malattie croniche.
Fermiamoci dunque e chiediamoci se la vita che stiamo conducendo è davvero quella che vogliamo condurre, se i sì che diciamo sono ‘veri sì’. E cerchiamo di essere sinceri in questa analisi! Se si tratta di ‘falsi sì’, non importa quale sia la motivazione alla base, corriamo ai ripari, tanto più velocemente quanto più numerosi sono questi sì.
Non è vero che vogliamo essere gentili, che non vogliamo contrariare l’altra persona, che volgiamo essere altruisti: il solo motivo che ci spinge a dire dei ‘falsi sì’ è la paura dell’abbandono e del rifiuto, di perdere l’amore, l’accettazione, la stima, il rispetto delle persone, ma non è in questo modo che riusciremo ad averli.
Dire sempre di sì crea aspettative sempre maggiori negli altri, che troveranno del tutto normale e scontato abusare della nostra disponibilità. Perché dovrebbero porsi dei problemi se noi per primi non ce ne poniamo?
Evitiamo dunque di accontentare tutti tranne noi stessi. Troviamo un sano equilibrio, impariamo a rispettarlo e a farlo rispettare.

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